(dall’inviato a Gerusalemme) “Siamo venuti in Terrasanta con il cuore, un cuore che ascolta, un cuore che accoglie, un cuore che piange, un cuore che brucia, un cuore che avvicina, un cuore che condivide, un cuore che dona”, ha affermato ieri sera mons. Beschi durante l’omelia. “Chiediamo la grazia della purificazione del cuore e della conversione del cuore: il nostro cuore, quello di ognuno e quello di tutti”. Il vescovo di Bergamo ha poi fatto riferimento all’enciclica “Dilexit nos” di Papa Francesco che “introduce alla meraviglia del cuore di Gesù, passando attraverso la porta del cuore di ogni persona umana, centro e baricentro di ogni aspetto della persona e della vita umana”. Beschi ha sottolineato: “Tutti vogliono la pace, tutti vogliamo la pace, ma quanti sono disposti alla conversione del cuore? Senza una lotta contro le passioni umane, contro l’idolo della potenza, del successo, della superiorità sull’altro, senza una lotta contro tutto questo non c’è un cammino reale di pace. Mentre portiamo dei messaggi di pace agli altri, siamo invitati a esaminarci dentro: perché i germi della guerra sono anche dentro di noi. Ogni guerra nasce nel cuore abitato dal peccato e ogni possibilità di pace credibile è frutto della conversione del cuore”.
Il vescovo ha concluso: “Non disprezziamo i piccoli gesti, non sottovalutiamo l’artigianato della pace, non abbandoniamo la preghiera, autentica forma di resistenza alla rassegnazione, all’impotenza, alla disperazione”.