“Insieme ribadiamo l’impegno al dialogo e alla fraternita, voluto dai padri conciliari, che ha dato tanti frutti”. Così il Papa, nel suo discorso al Colosseo a conclusione dell’Incontro internazionale per la pace organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, ha rilanciato la dichiarazione conciliare Nostra aetate, di cui oggi si celebrano i 60 anni. “Non possiamo invocare Dio come Padre di tutti gli uomini, se ci rifiutiamo di comportarci da fratelli verso alcuni tra gli uomini che sono creati ad immagine di Dio”, le parole della Nostra aetate rilanciate oggi da Leone XIV: “Tutti i credenti sono fratelli. E le religioni, da sorelle, devono favorire che i popoli si trattino da fratelli, non da nemici”. Nel suo discorso, Prevost ha inoltre rilanciato quanto scritto dal suo predecessore l’anno scorso, per l’analogo incontro svoltosi a Parigi: “Dobbiamo allontanare dalle religioni la tentazione di diventare strumento per alimentare nazionalismi, etnicismi, populismi. Le guerre si inaspriscono. Guai a chi cerca di trascinare Dio nel prendere parte alle guerre!”. “Mai la guerra è santa, solo la pace e santa, perché voluta da Dio!”, ha esclamato con forza Leone XIV: “Con la forza della preghiera, con mani nude alzate al cielo e con mani aperte verso gli altri, dobbiamo far sì che tramonti presto questa stagione della storia segnata dalla guerra e dalla prepotenza della forza e inizi una storia nuova. Non possiamo accettare che questa stagione perduri oltre, che plasmi la mentalità dei popoli, che ci si abitui alla guerra come compagna normale della storia umana. Basta! E il grido dei poveri e il grido della terra. Basta! Signore, ascolta il nostro grido!”.