Cammino sinodale: Chialà (Bose), “una Chiesa che non abbia paura di pensare”

(Foto Siciliani - Gennari/SIR)

“I passi, quando sono veri, trasformano. Non si può camminare restando gli stessi. Perché, camminando, si incontrano volti nuovi, e con essi domande di senso e sfide inattese, e dunque s’impongono scelte… Scelte che non tradiscono ma approfondiscono il ‘deposito della fede’, che aiutano a comprendere meglio e a rimanere fedeli al Vangelo di Gesù Cristo”. Lo ha detto oggi Sabino Chialà, priore di Bose, nella meditazione proposta all’apertura della terza Assemblea sinodale delle Chiese che sono in Italia, in corso a Roma. Rileggendo At 15, ha indicato nel discernimento comunitario la via per abitare il tempo presente con responsabilità: “Il coraggio di pensare, che credo sia il primo messaggio che questo testo ci consegna. Dinanzi al nuovo che avanza, gli anziani di Gerusalemme e gli altri fratelli non fuggono impauriti, ma si radunano, riflettono, pensano… Quanto bisogno abbiamo oggi di una Chiesa che non abbia paura di pensare!”. L’esperienza apostolica – ha spiegato – è paradigma di uno stile ecclesiale in cui “la realtà, i fatti, i volti concreti” si intrecciano con le Scritture per lasciar spazio allo Spirito. “Quando ci si dispone ad un ascolto autentico, coraggioso e fedele, della realtà e delle Scritture, lo Spirito agisce!”. A questo – ha ricordato – è chiamata la Chiesa oggi, con un “noi ecclesiale” in cui ciascuno è servitore della Parola, secondo il dono ricevuto.

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