“Solo Gesù morto e risorto risponde alle domande più profonde del nostro cuore: c’è davvero un punto di arrivo per noi? Ha senso la nostra esistenza? E la sofferenza di tanti innocenti, come potrà essere riscattata?”. Lo ha detto il Papa nella catechesi dell’udienza di oggi, dedicata al rapporto tra la Risurrezione di Gesù e “la realtà umana e storica attuale, con le sue domande e le sue sfide”. “Gesù, con la sua Risurrezione, ci ha assicurato una permanente fonte di vita: egli è il Vivente, l’amante della vita, il vittorioso su ogni morte”, ha ricordato Leone XIV. “Perciò è in grado di offrirci ristoro nel cammino terreno e assicurarci la quiete perfetta nell’eternità”. “Gesù Risorto non fa calare una risposta dall’alto, ma si fa nostro compagno in questo viaggio spesso faticoso, doloroso, misterioso”, ha assicurato il Papa. “Solo lui può riempire la nostra borraccia vuota quando la sete si fa insopportabile. Ed egli è anche il punto di arrivo del nostro andare. Senza il suo amore, il viaggio della vita diventerebbe un errare senza meta, un tragico errore con una destinazione mancata”. “Siamo creature fragili”, ha sottolineato Leone. “L’errore fa parte della nostra umanità, è la ferita del peccato che ci fa cadere, rinunciare, disperare. Risorgere significa invece rialzarsi e mettersi in piedi. Il Risorto garantisce l’approdo, ci conduce a casa, dove siamo attesi, amati, salvati. Fare il viaggio con lui accanto significa sperimentare di essere sorretti nonostante tutto, dissetati e rinfrancati nelle prove e nelle fatiche che, come pietre pesanti, minacciano di bloccare o deviare la nostra storia”. “Dalla Risurrezione di Cristo sgorga la speranza che ci fa pregustare, nonostante la fatica del vivere, una quiete profonda e gioiosa”, ha concluso il Papa. “Quella pace che lui solo ci potrà donare alla fine, senza fine”.