Sarà dedicato a “‘Non c’è diritto senza limiti’ (Valerio Onida). Una prospettiva medica e giuridica sulla fine della vita oggi” il convegno che si terrà venerdì 17 ottobre nella Sala Convegni della Piccola Casa di Torino (via Cottolengo 12) in occasione della Giornata mondiale della bioetica. Il seminario formativo, voluto dal padre generale della Piccola Casa, don Carmine Arice, e dalla Direzione generale dell’Ospedale Cottolengo, vedrà la partecipazione di medici e infermieri palliativisti, bioeticisti, giuristi e pastoralisti che a vario titolo sono impegnati in prima persona nell’assistenza ai malati in fase avanzata e nel dibattito legislativo e bioetico. A partire dalle 8.30 interverranno padre Carmine Arice, Gian Paolo Zanetta (direttore generale dell’Ospedale Cottolengo), Antonio Spagnolo (coordinatore della Sezione di Bioetica e Medical Humanities del Dipartimento di Scienza e Bioetica dell’Università Cattolica), Claire Fourcade (medico in Cure palliative, già presidente della Société Francaise de Soins Palliatifs), Stefano Canestrari (professore ordinario di Diritto penale all’Università di Bologna e membro del Comitato nazionale per la bioetica), Mauro Ronco (professore emerito di Diritto penale all’Università di Padova, vicepresidente del Comitato nazionale per la bioetica e presidente del Centro studi Rosario Livatino), Ferdinando Garetto (medico in Cure palliative, responsabile medico del Cottolengo Hospice di Chieri). I lavori, che si protrarranno fino alle 17, saranno moderati da Ferdinando Cancelli (medico palliativista, membro della Pontificia Accademia per la vita e collaboratore del quotidiano “Il Foglio”) e Lucetta Scaraffia (storica e giornalista, membro del Comitato nazionale per la bioetica).
“Le tematiche sulla fine della vita”, spiegano i promotori del convegno, “occupano una parte sempre più rilevante del dibattito pubblico, non solo in Italia. A fronte però della rilevanza di un argomento che tocca tutti sia dal punto di vista medico e umano che etico e giuridico, le argomentazioni portate a sostegno di diritti reali o presunti non sono sempre chiare e giustificate da una riflessione pacata. Il rischio, in un momento in cui anche la politica deve prendere decisioni delicate, è quello di cadere nell’ideologia piuttosto che ragionare su dati ed evidenze”.