Leone XIV: udienza, “in Gesù non c’è ombra di rancore”, “Dio non si è tirato indietro, non ha rinunciato a noi”

(Foto Vatican Media/SIR)

Nel cenacolo, “il Signore appare ai suoi amici chiusi nella paura. Dopo essere sceso negli abissi della morte per liberare coloro che vi erano prigionieri, entra nella stanza chiusa di chi è paralizzato dalla paura, portando un dono che nessuno avrebbe osato sperare: la pace”. Così il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in piazza San Pietro e dedicata alla risurrezione, ha commentato il saluto di Gesù Risorto ai discepoli riuniti nel cenacolo: “Pace a voi”. ”Il suo saluto è semplice, quasi ordinario – ha sottolineato Leone XIV – ma è accompagnato da un gesto talmente bello da risultare quasi sconveniente: Gesù mostra ai discepoli le mani e il fianco con i segni della passione”. “Perché esibire le ferite proprio davanti a chi, in quelle ore drammatiche, lo ha rinnegato e abbandonato? Perché non nascondere quei segni di dolore ed evitare di riaprire la ferita della vergogna?”, si è chiesto il Pontefice: “il Vangelo dice che, vedendo il Signore, i discepoli gioirono. Il motivo è profondo: Gesù è ormai pienamente riconciliato con tutto ciò che ha sofferto. Non c’è ombra di rancore. Le ferite non servono a rimproverare, ma a confermare un amore più forte di ogni infedeltà. Sono la prova che, proprio nel momento del nostro venir meno, Dio non si è tirato indietro. Non ha rinunciato a noi”.

 

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