Emergenza abitativa studenti: Cei e Gruppo Cdp insieme per l’abitare sociale. Zuppi: “Senza casa non c’è futuro”

(Foto Calvarese/SIR)

La Conferenza episcopale italiana e il Gruppo Cassa depositi e prestiti hanno siglato oggi a Roma un protocollo d’intesa per promuovere la valorizzazione del patrimonio immobiliare non strumentale delle diocesi e degli enti religiosi, con l’obiettivo di rispondere all’emergenza abitativa e, in particolare, alle esigenze degli studenti universitari fuori sede. L’accordo prevede l’istituzione di un fondo immobiliare, gestito da Cdp Real Asset Sgr, che porterà alla realizzazione di 1.000 nuovi posti letto a canoni calmierati. “L’accordo rappresenta una risposta concreta al disagio, spesso inascoltato, di famiglie, giovani e anziani. In modo particolare agli studenti fuori sede e alle loro famiglie, perché l’educazione è strumento di libertà e di futuro”, ha sottolineato il card. Matteo Zuppi, presidente della Cei, ricordando che “senza casa non c’è vita degna, non c’è famiglia, non c’è futuro”. Il progetto si basa su un processo sinergico: la Cei coordinerà le diocesi nella messa a disposizione degli immobili; Cdp fornirà le risorse finanziarie necessarie; Cdp Real Asset curerà la gestione del fondo e la trasformazione degli edifici inutilizzati in studentati. “In Italia ci sono oltre 800mila studenti fuorisede, ma i posti letto disponibili coprono appena l’8% del fabbisogno – ha spiegato Dario Scannapieco, ad di Cdp – Questo accordo, coerente con il nostro piano industriale, risponde a un’esigenza concreta e al tempo stesso avvia un processo di rigenerazione urbana”. Per Giancarlo Scotti, ad di Cdp Real Asset, si tratta di “un esempio virtuoso di collaborazione, che segue il tracciato dell’impegno di Cdp nello student housing. Grazie al coinvolgimento delle diocesi italiane, potremo individuare immobili oggi inutilizzati e trasformarli in strutture con una forte finalità sociale ed educativa”. L’intesa si presenta come primo tassello di un modello destinato a essere replicato in futuro su scala più ampia, a beneficio non solo del sistema formativo nazionale, ma anche delle comunità locali, attraverso un utilizzo rinnovato e solidale dei beni ecclesiastici.

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