“Desideriamo che questo sia luogo di pace, che da questo luogo la pace possa davvero scendere e irradiarsi sul mondo”. Lo ha affermato questa mattina dom Luca Fallica, abate di Montecassino, nell’omelia del pontificale che ha presieduto per la ricorrenza della dedicazione della basilica cattedrale dell’abbazia.
“Se la terra è in comunione con il cielo, è in pace con il cielo, allora ci sarà anche pace sulla terra, pace tra di noi, perché la nostra pace non può che trovare il suo fondamento in Dio e nell’essere in pace con lui”, ha osservato il presule, aggiungendo che “non riusciamo davvero a essere in pace tra di noi se lo sguardo della nostra adorazione e della nostra lode non si alza con decisione verso Dio e verso la sua dimora di pace”. “Per questo motivo – ha proseguito –, per desiderare davvero la pace e la comunione, dobbiamo essere disponibili e pronti, ben preparati a offrire a Dio ‘un servizio puro e irreprensibile’. Anche in questa chiesa dobbiamo offrire a Dio questo servizio puro e irreprensibile, che è anzitutto il servizio della nostra preghiera”. “Chi trova nella preghiera la sua pace – ha spiegato – diventa persona capace di irradiare pace, di diffondere pace attorno a sé. Se preghiamo a lungo in questa chiesa, come in ogni altra chiesa, ma poi non portiamo pace là dove viviamo, nelle nostre case, nei luoghi del nostro lavoro, nelle nostre scuole, nelle nostre caserme, nei nostri monasteri, la nostra preghiera rimane vana, sterile, illusoria, non sincera”.
“Cerchiamo la felicità in tante realtà ed esperienze che poi ci deludono e ci lasciano insoddisfatti, con l’amaro in bocca; Dio ci chiede di imparare a cercare la gioia della pace e della comunione”, ha sottolineato l’abate, precisando che “per farlo dobbiamo davvero diventare uomini e donne di preghiera, che sanno custodire la relazione con Dio, per ricevere da lui il dono della sua pace e condividerlo con altri”. “Dobbiamo pregare per la pace, ma soprattutto dobbiamo imparare a diventare persone pacificate e operatrici di pace grazie alla preghiera”, ha ammonito dom Fallica: “Una preghiera intensa, opera di Dio in noi, opera della sua redenzione, che ci libera dal male, dal peccato, dalla morte; che ci libera dall’idolatria, dai falsi idoli, da un volto menzognero di Dio, per imparare a conoscere e adorare il suo vero volto, in spirito e verità. Nello Spirito che ci conduce in Gesù, che ci fa dimorare in lui, che è la verità, la nostra verità, ed è il nostro vero tempio, nel quale possiamo incontrare, senza paura di ingannarci, o di lasciarci ingannare dagli idoli, il vero volto di Dio. Il vero volto del Dio della pace!”.