“Essere tutti Magi, capaci di portare al mondo la risposta a tutte le angosce dell’umanità” e, nel contempo, “tornare indietro carichi di quella esperienza di chi contempla la luce e non può trattenerla per sé ma la deve comunicare agli altri”. Lo ha detto il vescovo di Lamezia Terme, mons. Serafino Parisi, al termine dell’omelia in occasione della Santa Messa dell’Epifania in Cattedrale. L’Epifania per il presule lametino “è una festa di luce” e “se dal piano teologico l’impatto del Natale è un impatto dirompente pur dentro la debolezza di un Bambino che nasce in una culla – ed un bambino fa tenerezza non fa paura – , la solennità dell’Epifania ha un risvolto ancora più impegnativo sul piano dell’azione pastorale, cioè sul servizio che noi dobbiamo rendere al mondo. Questo è il richiamo ai Magi”. “Nella tradizione biblica – ha aggiunto – questi personaggi che arrivano sono i rappresentanti di tutti coloro che aspettavano la rivelazione del figlio di Dio. Erano coloro che già immaginavano che all’interno della storia dell’umanità sarebbe dovuta accadere qualche novità che loro intravedevano come cambiamento, svolta decisiva per la storia” e che, secondo l’evangelista Matteo, “la individuano in quella grotta di Betlemme, davanti alla figura di un bambino. Però, mentre c’è questo movimento che va dai confini del mondo fino al centro della storia dell’umanità, che è la grotta di Betlemme, allo stesso momento, una volta che i Magi hanno contemplato la grandezza di Dio nella fragilità di un bambino, tornano nelle loro terre, nei loro contesti, presso la loro gente, per dire la grandezza di Dio. Cioè, la luce che hanno contemplato non possono tenerla dentro di loro, ma devono portarla anche agli altri”.