Porto Rico: Conferenza episcopale e mons. González (San Juan), dura condanna delle retate contro migranti senza documenti. “Disumanizzanti, oppressive, discriminatorie”

Una vera e propria “retata” contro immigrati privi di documenti, quella che si è svolta a San Juan e in altre città di Porto Rico, territorio statunitense non incorporato, e in particolare nel “barrio obrero” della capitale, a una settimana dall’insediamento di Donald Trump. Una situazione duramente condannata dalla Conferenza episcopale portoricana, che definisce tali politiche “disumanizzanti, oppressive e discriminatorie”.
Secondo i vescovi, queste politiche non risolvono il problema dell’immigrazione e “sfiorano la discriminazione, violano i diritti umani e civili, distruggono le famiglie e generano disperazione”. Prosegue la nota: “Il dramma vissuto dai migranti deve essere la croce di tutti noi che professiamo la nostra fede in Cristo Gesù, che ci chiama ad accogliere e a praticare la carità nei loro confronti”. Un energico pronunciamento arriva anche dall’arcivescovo di San Juan, mons. Roberto Octavio González Nieves, che ha parlato di “crudeltà fondata sul pregiudizio di una politica migratoria insensibile, disumana e immorale”. Si tratta, secondo l’arcivescovo, di interventi che non tengono conto delle “necessità umane, spirituali, sociali e politiche” di coloro che si sono visti obbligati a migrare dai loro Paesi, principalmente persone provenienti da Haiti, Cuba, Repubblica Dominicana e Venezuela, aggiungendo che “questi interventi riflettono una mancanza di umanità e di empatia nei confronti di coloro che sono stati costretti all’esilio dalla povertà, dalla violenza o dalla persecuzione nei loro Paesi d’origine”.
Spiega mons. González: “Il barrio obrero non è solo un luogo geografico, ma anche il cuore di molte famiglie di lavoratori e comunità di migranti che hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo della nostra isola. Trattare queste persone come semplici numeri in un’operazione disumanizza la loro dignità e ignora la loro realtà”. Quindi, l’invito ai migranti a “proteggersi”, restando in casa, e alla popolazione, a essere solidali.

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