C’è anche l’Agesci, all’Arena di Pace con Papa Francesco a Verona. L’associazione che raduna oltre 180mila aderenti, tra capi e ragazzi, intende portare, si legge in un comunicato, “il suo contributo per essere presente ai tavoli della società civile al fianco di chi opera in prima linea per promuovere la Pace e difendere i diritti di tutte le donne e gli uomini, con la consapevolezza che non bastiamo a noi stessi e che, solo insieme, diamo concretezza ai sogni. È ribadire che un altro mondo non solo è possibile, ma è già incarnato”. Arena di Pace, percorso promosso dalla diocesi di Verona e alcune riviste cattoliche italiane, ha una lunga storia e parte già dagli anni ‘80. Un cammino aperto e partecipativo di cui l’Agesci, attraverso il contributo della Regione Agesci Veneto e del Settore Giustizia, pace e nonviolenza, fa parte attivamente con la presenza ai cinque tavoli tematici. A Verona l’Agesci è presente con Roberta Vincini e Francesco Scoppola, presidenti del Comitato nazionale: “Come Associazione siamo presenti ad Arena di Pace ribadendo la forza rivoluzionaria e generativa della Buona Notizia che è l’amore di Cristo per l’uomo, che ci ha amati per primo, che suscita in noi la passione, lo slancio, la forza straordinaria capace di trasformarci e trasformare il mondo. Testimoniare la pace – spiegano i due presidenti – è mostrare uno stile di vita reale, concreto e quotidiano. Dalla guerra se ne esce investendo sulla Pace e non sulla guerra stessa. Il nostro rifiuto della violenza in ogni sua forma deve essere, oggi più che mai, radicale. Ma non può esserci Pace senza giustizia, perdono e riconciliazione, uguaglianza sociale, lotta alla povertà e redistribuzione delle ricchezze, dialogo tra culture e fedi religiose, diritto alla salute, un lavoro dignitoso e l’istruzione per tutti”. Scoppola e Vincini ribadiscono quanto già detto nei giorni scorsi nell’appello di Trieste insieme a tante associazioni: “La guerra non è mai stata la soluzione dei conflitti e delle tensioni tra popoli e nazioni, ma ha sempre causato morte e sofferenza per tutti e in particolare per i più deboli, che pagano e pagheranno sempre il prezzo più alto. Emerge allora con decisione un impegno condiviso per una Pace fondata sul riconoscimento dell’infinita e inalienabile dignità della persona. La pace ci impegna tutti, e deve essere di tutti”.