Vocazioni e università: don Gianola (Cei), “casa come immagine delle relazioni al cui interno si incarna e scorre la vita dello spirito”

Foto SIR

“Vogliamo ricreare in questi tre giorni il clima della casa che abbiamo messo a tema di questo convegno”. Così don Michele Gianola, sottosegretario della Cei e direttore Ufficio nazionale per la pastorale delle vocazioni, introducendo questo pomeriggio a Roma il convegno nazionale vocazioni e università, promosso dal suo Ufficio insieme all’Ufficio per l’educazione, la scuola e l’università.
“Il tema ‘Creare casa’ che abbiamo scelto per il convegno – prosegue don Gianola – deriva da un’espressione di papa Francesco, al n. 217 dell’esortazione apostolica ‘Christus Vivit’, e ci invita a far sì che le nostre esperienze ecclesiali assomiglino almeno un po’ ad una casa”. I lavori del convegno, spiega, “ruoteranno intorno a tre luoghi raccontati dal Vangelo”. Anzitutto, oggi, la casa di Nazareth, “città nella quale Gesù ha vissuto un lungo tempo della sua vita, facendo un parallelo con la Nazareth del nostro tempo, la città in cui viviamo”. Domani “andremo a Cafarnao, luogo del primo ministero di Gesù”, spiega ancora il direttore dell’Ufficio Cei precisando che “le case in cui viviamo non sono solo strutture; sono soprattutto le relazioni che viviamo, all’interno delle quali si incarna e scorre la vita dello spirito”. L’ultimo giorno, conclude don Gianola, “si farà ritorno in Galilea; anche noi poi torneremo nelle nostre Galilee con la speranza certa di incontrare il Signore e capire quali sfide il futuro ci presenta”.

 

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