Papa in Sud Sudan: messa a Giuba, “questa terra, bellissima e martoriata, ha bisogno della luce che ciascuno di voi ha”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Questa terra, bellissima e martoriata, ha bisogno della luce che ciascuno di voi ha, o meglio, della luce che ognuno di voi è!”. È l’appello finale dell’omelia della messa presieduta dal Papa al mausoleo “John Garang”, prima di congedarsi dal Sud Sudan. “L’invito di Gesù ad essere luce del mondo è chiaro”, ha commentato: “noi, che siamo suoi discepoli, siamo chiamati a splendere come una città posta in alto, come un lucerniere la cui fiamma non deve essere spenta”. “Prima di preoccuparci delle tenebre che ci circondano, prima di sperare che qualcosa attorno si rischiari, siamo tenuti a brillare, a illuminare con la nostra vita e con le nostre opere le città, i villaggi e i luoghi che abitiamo, le persone che frequentiamo, le attività che portiamo avanti”, la consegna di Francesco: “Se viviamo come figli e fratelli sulla terra la gente scoprirà di avere un Padre nei cieli. A noi è dunque chiesto di ardere d’amore: non accada che la nostra luce si spenga, che dalla nostra vita scompaia l’ossigeno della carità, che le opere del male tolgano aria pura alla nostra testimonianza”. “Vi auguro di essere sale che si sparge e si scioglie con generosità per insaporire il Sud Sudan con il gusto fraterno del Vangelo”, l’augurio del Papa: “di essere comunità cristiane luminose che, come città poste in alto, gettino una luce di bene su tutti e mostrino che è bello e possibile vivere la gratuità, avere speranza, costruire tutti insieme un futuro riconciliato. Sono con voi e vi auguro di sperimentare la gioia del Vangelo, il sapore e la luce che il Signore, il Dio della pace, il Dio di ogni consolazione, vuole effondere su ciascuno di voi”.

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