Papa Francesco: “i nonni e gli anziani non sono degli avanzi di vita, degli scarti da buttare”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Così è il cuore di Dio: non solo ci dona più di quanto abbiamo bisogno, ma si preoccupa anche che nulla vada perduto, nemmeno un frammento”. È il commento del Papa all’episodio evangelico della moltiplicazione dei pani e dei pesci, al centro dell’omelia della messa per la Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, presieduta in rappresentanza del Santo Padre nella basilica di San Pietro da mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione. “Un piccolo pezzo di pane può sembrare poca cosa, ma agli occhi di Dio niente deve essere scartato”, spiega Francesco: “A maggior ragione nessuno è da scartare. È un invito profetico che oggi siamo chiamati a far riecheggiare in noi e nel mondo: raccogliete, conservate con cura, custodite”. “I nonni e gli anziani non sono degli avanzi di vita, degli scarti da buttare”, il grido d’allarme di Francesco: “Sono quei pezzi di pane preziosi rimasti sulla tavola della nostra vita, che possono ancora nutrirci con una fragranza che abbiamo perso, ‘la fragranza della memoria’. Non perdiamo la memoria di cui gli anziani sono portatori, perché siamo figli di quella storia e senza radici appassiremo. Essi ci hanno custoditi lungo il cammino della crescita, ora tocca a noi custodire la loro vita, alleggerire le loro difficoltà, ascoltare i loro bisogni, creare le condizioni perché possano essere facilitati nelle incombenze quotidiane e non si sentano soli”. “Chiediamoci: ‘Ho fatto una visita ai nonni? Agli anziani della mia famiglia o del mio quartiere? Ho prestato loro ascolto? Ho dedicato loro un po’ di tempo?'”, l’invito del Papa: “Custodiamoli, perché nulla vada perduto: nulla della loro vita e dei loro sogni. Sta a noi, oggi, prevenire il rimpianto di domani per non aver dedicato abbastanza attenzione a chi ci ha amato e ci ha donato la vita”. “I nonni e gli anziani sono pane che nutre la nostra vita”, conclude Francesco: “Siamo grati per i loro occhi attenti, che si sono accorti di noi, per le loro ginocchia che ci hanno tenuto in braccio, per le loro mani che ci hanno accompagnato e sollevato, per i giochi che hanno fatto con noi e per le carezze con cui ci hanno consolato. Per favore, non dimentichiamoci di loro. Alleiamoci con loro. Impariamo a fermarci, a riconoscerli, ad ascoltarli. Non scartiamoli mai. Custodiamoli nell’amore. E impariamo a condividere con loro del tempo. Ne usciremo migliori. E, insieme, giovani e anziani, ci sazieremo alla mensa della condivisione, benedetta da Dio”.

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