Messa Mezzanotte a Betlemme: Pizzaballa (patriarca), “Nella Babilonia di annunci, dichiarazioni e moderne profezie, arrivate attraverso i tanti media, abbiamo bisogno di ritrovare la voce che ci porta a Gesù”

“Per vivere il Natale è necessario udire la voce di Dio. Per incontrare Gesù, oggi come allora, abbiamo bisogno di lasciarci guidare dalla voce dei suoi testimoni, dei suoi inviati. Ma bisogna riconoscere la voce giusta per arrivare alla gioia del Natale, perché sono tante le voci che nel Vangelo parlano di Gesù, ma non tutte portano a Lui”. È stato questo il richiamo che ha fatto da sfondo all’omelia della messa di Mezzanotte celebrata dal patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, nella chiesa di santa Caterina a Betlemme, adiacente alla basilica della Natività. “Per trovare Gesù occorre fidarsi di qualcuno che lo conosce e che ci aiuti ad avvicinarci a Lui. L’ascolto di un testimone credibile ci permette anche di vedere in modo nuovo, aprendoci ad una lettura differente della realtà. L’ascolto ha bisogno di un cuore di carne, docile, che si lasci ferire dall’altro, che sappia amare”. “In questo tempo di emergenza sanitaria e di prolungata emergenza politica – ha rimarcato Pizzaballa – si odono nelle famiglie molte voci diverse: alcune minano la fiducia, tolgono la speranza, spengono l’amore; altre invece sono più incoraggianti, capaci di visione e futuro”. E in questa “Babilonia di annunci, dichiarazioni e moderne profezie, arrivate attraverso i tanti media, abbiamo bisogno di cercare e ritrovare la voce che ci porta a Gesù e alla salvezza, che allarghi i cuori alla speranza. Abbiamo bisogno di testimoni di cui ci fidiamo per ritrovare la via che porta a Betlemme, che ci aiutino ad aprirci al futuro con fiducia, che sappiano vedere e farci vedere il bene che cresce, e non solo il male e il dolore, che pure sono presenti, ma non possono essere il nostro unico criterio di valutazione della situazione attuale. Sarebbe mancanza di fede limitarci a denunciare il male e non impegnarci, invece, a progettare e costruire con speranza un futuro di bene”. Fede e speranza, per il patriarca, “non si possono separare: sono necessarie l’una all’altra. Abbiamo bisogno di ricostruire la fiducia tra noi, fiducia nel futuro, nostro e dei nostri figli, fiducia nella possibilità di un cambiamento in meglio, sia nella vita civile, sia nella Chiesa”. Nel Bambino “è l’Amore che entra nel mondo, che rimane in ogni momento della storia, che è un’avventura senza fine e può cambiare davvero tutto. Ascoltare la voce del Signore significa riconoscerlo e accoglierlo in ogni piccolo del Regno che incontriamo sulla nostra strada! Egli oggi chiama nuovamente ciascuno di noi ad accogliere la sua voce come fece la Vergine Maria. Lei ha ricevuto un annuncio e ha risposto; la sua risposta – è stata la conclusione – ha portato al mondo la Vita. Come allora, anche oggi, Dio non solo opera direttamente nel mondo, ma lo fa anche attraverso la nostra partecipazione”.

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