Meeting di Rimini: card. Bassetti (Cei), “oggi ai cristiani è richiesta la forza di dire parole profetiche, con le labbra e con la testimonianza di vita”

(Rimini) “Oggi più che mai è richiesta ai cristiani la forza di scrutare i segni dei tempi e di dire parole profetiche, con le labbra e, contemporaneamente, con la testimonianza di vita”. Lo ha detto il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, nella messa celebrata questa mattina al Meeting di Rimini, che si chiude oggi nella città romagnola. Commentando le letture il cardinale ha invitato a scoprire che, nella Bibbia, “i profeti, da una parte, non avevano timore di sferzare il popolo, soprattutto i governanti e responsabili religiosi, per condannare le ingiustizie e le infedeltà; dall’altra parte, però, incoraggiavano e spronavano nei momenti difficili, e rappresentavano l’unica voce di speranza in tempi di disperazione”. “I profeti – ha affermato -guardando le cose come le vede Dio, sono presi dalla meraviglia e hanno il compito di pregare per il loro popolo e farsene mediatori invocando l’aiuto del Signore con tutte le loro energie, mettendo a disposizione la loro stessa vita”. Senza questa voce profetica, è stato il monito del presidente della Cei, “rischiamo molto”. E riferendosi al tema del Meeting, “Privi di meraviglia restiamo sordi al sublime” frase del rabbino Abraham Heschel, che già nel 1955 paventava la diminuzione del senso della meraviglia con l’avanzare della civiltà, il cardinale ha avvertito che “l’uomo, continuamente ‘connesso’ e recettore di informazioni vere e false, purtroppo, non ha sempre gli strumenti per distinguerle e cade spesso vittima di una creduloneria che è effetto perverso del suo stesso disincanto, della sua presunta emancipazione dalla meraviglia dei semplici. Tra l’altro, questo, oggi, nella comunicazione globale, può avere effetti sociali devastanti”. Da qui la preghiera finale: “Ci doni il Signore la stessa meraviglia che ha permesso ai profeti di vedere le cose come le vede Dio, e doni oggi a noi di riconoscerlo presente nella storia e di viverlo e testimoniarlo nella nostra esistenza quotidiana”.

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