Coronavirus Covid-19: card. De Donatis, “Dio non è impotente, è ridicolo pensare che un virus possa impedirgli di consolare i suoi figli”

foto SIR/Marco Calvarese

“Il cristiano – ogni battezzato – non è più un mendicante di felicità; un affamato che va in giro frugando nei rifiuti. Egli stesso è un pozzo, una sorgente inesauribile di Vita. Dio ha messo in ciascuno dei suoi figli tutto quello che serve per vivere e amarlo”. Così il card. Angelo De Donatis, vicario generale del Papa per la diocesi di Roma, ha commentato il Vangelo odierno, nell’omelia della messa celebrata dalla cappella “Gesù Buon Pastore” e trasmessa in diretta su Rai Uno e sul profilo Facebook della Cei. “Non Gerusalemme o il monte Garizim, ma io – e i miei fratelli – siamo il tempio di Dio sulla terra”, ha spiegato il cardinale. “In questo tempo tribolato, in cui è anche difficile andare nelle nostre chiese di mattoni e non possiamo accostarci ai sacramenti – ha proseguito – possiamo riscoprire come tutta l’esistenza del cristiano sia canale della grazia: Dio non è impotente… è ridicolo pensare che un virus possa impedirgli di consolare i suoi figli amati, di parlargli, di irrobustirli nella prova”. “Certo non possiamo celebrare l’Eucarestia come popolo radunato”, ha ammesso il cardinale: “I riti sono sospesi, ma non il mistero che in essi è significato: anche in mezzo all’epidemia possiamo vivere una vita eucaristica fatta di gratitudine al Padre e servizio al prossimo. Il Dio dell’Esodo parla e insegna nella storia. Anche in questa storia che stiamo vivendo. Ci consola certo, ma ci interroga anche! Ora che i riti sacramentali tacciono, è il momento di far parlare la profezia”.

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“Dio ci chiede con dolcezza: quanto ciò che fino a ieri hai celebrato è diventato in te acqua viva che zampilla per la vita eterna? Quella vita divina che nemmeno un virus può cancellare?”, le domande di De Donatis: “Verifichiamoci: quanti riti senza mistero! Quante confessioni senza pentimento! Quante eucaristie senza ringraziamento! Quanti matrimoni a fedeltà intermittente! Quanta carità fatta senza amore!”. “La samaritana è andata al pozzo come una rifiutata, ed è tornata a casa da sposa”, ha concluso il cardinale: “Ha scoperto che il Tempio di Dio era lei. Coraggio: riscopriamo la preghiera nel segreto della camera, la meditazione orante della Scrittura, che cancella i peccati veniali, la comunione spirituale, l’esame di coscienza fatto bene e a lungo in attesa di poter ricevere nuovamente l’assoluzione. E soprattutto preghiamo con l’orazione ufficiale della Chiesa che è la liturgia delle Ore. In questo momento, tutti noi battezzati siamo il popolo sacerdotale che intercede per il mondo e che sparge su di esso a piene mani l’acqua dissetante del Consolatore”.

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