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Proteste in America Latina: Carriquiry (già segretario-vicepresidente Cal) al Sir, “rottura dell’ordine sociale. In crisi sia neoliberali sia sinistra”

“Fa riflettere il fatto che povertà e diseguaglianza si abbiano in Paesi che hanno avuto indirizzi politici opposti: in Venezuela come in Colombia, in Cile come in Nicaragua. A questo ci aggiunge la rottura dell’ordine sociale, nel momento in cui le istituzioni perdono credibilità, non solo i partiti, ma anche le élite finanziarie o le forze armate, o gli stessi sindacati, che difendono soltanto i lavoratori regolari, ma non le tantissime persone che vivono ai margini o con lavori precari. Per questo il Papa ha colto con chiarezza l’importanza dell’irruzione dei movimenti popolari”. Lo sostiene Guzmán Carriquiry Lecour, che è stato segretario incaricato della vicepresidenza della Pontificia Commissione per l’America Latina (Cal), nell’articolo, intitolato “Cos’è quello che sta succedendo in America Latina?”, destinato a essere pubblicato, in spagnolo, sul sito della Cal, i cui contenuti sono anticipati al Sir attraverso un’intervista.
Per quanto riguarda i partiti, afferma Carriquiry, “noto che i conservatori e i liberali continuano a ripetere le loro formule neo-liberiste ad oltranza, senza aver imparato niente dalle profonde crisi economiche, finanziarie e sociali che si sono susseguite. A tal proposito, risulta per esempio evidente che il Cile non risolverà i suoi problemi con riforme di facciata e neppure con una nuova Costituzione, ma solo con una revisione molto profonda della sua politica economica e sociale”. Al tempo stesso, “in alcuni Paesi, l’idolatria del potere e il suo esercizio centralista e verticale hanno separato la sinistra politica dalla società civile. Senza che, nei casi di sconfitta, sia stata elaborata una severa autocritica. La stessa suggestiva consegna del ‘socialismo del secolo XXI’ è stata una copertura ideologica per regimi autocratici e liberticidi, come quelli di Venezuela e Nicaragua”.
Per il futuro, “non vanno perse di vista la prospettiva e l’utopia della ‘Patria Grande’. L’integrazione latinoamericana è una necessità e una priorità ineludibile e urgente, inscritta nella nostra vocazione e nel nostro destino. Decisiva, per il futuro, sarà la capacità di dialogo e di incontro, si avrà uno sviluppo solido solo in presenza di vasti accordi politici e sociali che evitino di estremizzare la polarizzazione. Ma servono anche nuovi progetti storici, vorrei dire delle nuove ‘terze vie’. E per questo è importante una nuova presenza di cattolici in politica, chiesta da Papa Francesco”.

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