Avvento: mons. Prastaro (Asti), “ricostruire il cuore e accogliere il Signore che viene”

“L’Avvento ci invita ad accogliere la venuta del Signore: Egli è venuto nel tempo, viene nella nostra vita ogni giorno e verrà alla fine dei tempi. Accogliere significa creare spazio nel nostro cuore perché l’ospite e amico vi trovi posto”: lo scrive mons. Marco Prastaro, vescovo di Asti, nel messaggio per l’Avvento 2025. Riflettendo sul tempo contemporaneo, il vescovo avverte: “Forse questo tempo così frenetico che ci dice di pensare solo a noi stessi… è entrato anche nella nostra vita e nel nostro modo di guardare a noi stessi, agli altri, al mondo, al Signore”. Eppure, aggiunge, il Signore persevera: “Il Signore, il principe della Pace, il Dio dell’amore, comunque sia Viene. Ci può sembrare che sia per certi versi testardamente ostinato, ma in realtà la sua è la perseveranza dell’amore, perché chi ama mai si rassegna a perdere l’amato”. L’Avvento diventa così un tempo di interiorità e riconciliazione: “Possiamo entrare nel nostro cuore per liberarlo da tutto ciò che lo rende lontano dal Signore e dai fratelli, possiamo anche rimuovere quelle ‘macerie’ che il peccato ha lasciato in noi e che solo la misericordia di Dio è in grado di ricostruire”. La preghiera, l’ascolto della Parola e la partecipazione all’Eucarestia aiutano a prepararsi all’incontro con Gesù: “Lo faremo nella certezza che accogliere Gesù che viene ci libererà dal peccato, dalla tristezza, dall’isolamento e da quel vuoto interiore che solo l’amore di Dio può colmare”. Mons. Prastaro invita infine a estendere la solidarietà: “Desideriamo anche aprire il cuore ai nostri fratelli cristiani che vivono nella striscia di Gaza. Sarà destinata a loro la colletta dell’avvento, per esprimere la nostra vicinanza, per soccorrerli nella sofferenza”. Conclude con un appello alla generosità e alla preghiera: “Invito tutte le nostre comunità ad essere generose nella solidarietà… perché i nostri cuori possano essere pronti ad accogliere il Signore che viene e farsi vicine ai fratelli e alle sorelle che soffrono”.

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