Il Sedac, il segretariato dei vescovi dell’America centrale, ha concluso i lavori dell’assemblea annuale, che si è tenuta questa settimana a Valle de Ángeles, in Honduras, con un messaggio al popolo di Dio dell’America centrale, in cui si affrontano alcune delle questioni sociali prioritarie dell’area, tra le quali il rafforzamento delle istituzioni democratiche, il rispetto del creato, le migrazioni “Vogliamo progredire nella cura della Casa comune – si legge nel messaggio -. Come ha spesso affermato la Rete ecologica mesoamericana (Remam), ci addolora il grido delle comunità ferite dall’avanzata dell’estrattivismo predatorio, in particolare dall’attività mineraria che devasta, inquina, sottrae l’acqua e limita l’accesso ai beni comuni, si appropria dei territori, sacrifica i modi di vita delle comunità e si impone come unica alternativa possibile. Ci addolora il lutto per i numerosi leader socio-ambientali che sono stati assassinati, criminalizzati, calunniati o costretti a fuggire a causa delle minacce che affrontano nel difendere le loro comunità”.
Quindi, un ulteriore auspicio: “Desideriamo camminare con i giovani. I nostri popoli sono composti in maggioranza da giovani, con tutto ciò che ciò comporta in termini di opportunità, bisogni e rischi, per cui dobbiamo saper offrire alternative”. Anche se con alcune differenze rispetto agli anni precedenti, “il fenomeno della migrazione forzata continua ad essere una delle questioni più vitali che riguardano la maggior parte delle nostre famiglie e comunità. La Chiesa esprime la sua vicinanza sia a coloro che lasciano i nostri paesi sia a coloro che arrivano, senza dimenticare la migrazione interna all’interno delle nazioni che influenza così tanto la vita dei nostri fratelli”.