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Parità retributiva: Commissione Ue, “nessun motivo per cui uomini e donne devono essere pagati in modo diverso per lo stesso lavoro”

“La Giornata europea per la parità retributiva cade quest’anno il 17 novembre, data a partire dalla quale le donne nell’Ue iniziano simbolicamente a ‘lavorare gratuitamente’ fino alla fine dell’anno”. Lo dichiarano all’unisono la vicepresidente esecutiva della Commissione Ue, Roxana Mînzatu, e la commissaria Hadja Lahbib. “In questa importante giornata riaffermiamo il nostro impegno per un’Unione dell’uguaglianza, in cui donne e ragazze siano economicamente emancipate e possano partecipare pienamente a un mercato del lavoro che offra pari opportunità e un trattamento equo per tutti”. “Non vi è alcun motivo per cui uomini e donne debbano essere retribuiti in modo diverso per lo stesso lavoro. Il principio della parità di retribuzione tra donne e uomini per lo stesso lavoro, o per un lavoro di pari valore, è sancito dal diritto dell’Ue dal 1957. È essenziale far rispettare questo principio fondamentale, nonché migliorare l’accesso alla giustizia per le vittime di discriminazione retributiva”. Sono gli Stati membri che devono attuare la Direttiva sulla trasparenza retributiva, ricordano le commissarie. I dati più recenti mostrano che “la retribuzione oraria lorda delle donne era in media inferiore del 12% rispetto a quella degli uomini. Permangono ostacoli alla riduzione di questo divario, come quelli legati alle responsabilità di assistenza. Le donne continuano a sostenere una quota sproporzionata di compiti domestici e di cura dei figli”. La Direttiva sull’equilibrio tra vita professionale e vita privata “promuove una condivisione più equa delle responsabilità di assistenza tra donne e uomini e invitiamo inoltre gli Stati membri a investire in servizi di assistenza di alta qualità”.

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