“La Prima guerra mondiale lasciò sul terreno almeno 16 milioni di morti, la metà dei quali civili, oltre a venti milioni di feriti e mutilati. La Seconda guerra mondiale, estesa al fronte del Pacifico, si calcola che abbia visto settanta milioni di morti. Le vittime, Paese per Paese, sono impressionanti. E va sempre ricordato che non di numeri si tratta ma di persone”. È il monito lanciato ieri dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento al Palazzo del Reichstag, sede del Parlamento tedesco a Berlino, in occasione della Giornata del lutto nazionale, 80 anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale.
“Come è possibile che tutto questo sia potuto accadere e pretenda di ripresentarsi? Quanti morti occorreranno ancora, prima che si cessi di guardare alla guerra come strumento per risolvere le controversie tra gli Stati, che se ne faccia uso per l’arbitrio di voler dominare altri popoli?”, ha domandato il Capo dello Stato, che poi ha affermato: “Nie wieder”. “Mai più”. “È la espressione adottata nella comunità internazionale per condannare l’olocausto ebraico”, ha ricordato Mattarella, aggiungendo che però “a ‘Nie wieder’ si contrappone ‘wieder’: ‘di nuovo’”. “A questo assistiamo”, ha rilevato: “Di nuovo guerra. Di nuovo razzismo. Di nuovo grandi disuguaglianze. Di nuovo violenza. Di nuovo aggressione”.