“Disarmate le parole, alzate lo sguardo, custodite il cuore”. Si conclude con questo appello la lettera apostolica “Disegnare nuove mappe di speranza”. “Disarmate le parole, perché l’educazione non avanza con la polemica, ma con la mitezza che ascolta”, scrive il Papa: “Alzate lo sguardo. Sappiate domandarvi dove state andando e perché. Custodite il cuore: la relazione viene prima dell’opinione, la persona prima del programma. Non sprecate il tempo e le opportunità”. Nel testo, Leone non nasconde le “fatiche” dell’educazione, e ne fa un elenco dettagliato: “l’iper-digitalizzazione può frantumare l’attenzione; la crisi delle relazioni può ferire la psiche; l’insicurezza sociale e le disuguaglianze possono spegnere il desiderio”. Eppure, proprio qui, per il Pontefice, “l’educazione cattolica può essere faro: non rifugio nostalgico, ma laboratorio di discernimento, innovazione pedagogica e testimonianza profetica. Disegnare nuove mappe di speranza: è questa l’urgenza del mandato”. “Domando ai pastori, ai consacrati, ai laici, ai responsabili delle istituzioni, agli insegnanti e agli studenti”, le parole finali: “siate servitori del mondo educativo, coreografi della speranza, ricercatori infaticabili della sapienza, artefici credibili di espressioni di bellezza. Meno etichette, più storie; meno sterili contrapposizioni, più sinfonia nello Spirito. Allora la nostra costellazione non solo brillerà, ma orienterà: verso la verità che rende liberi, verso la fraternità che consolida la giustizia, verso la speranza che non delude”.