Leone XIV: “una persona non è un profilo di competenze, non si riduce ad un algoritmo”

“Una persona non è un profilo di competenze, non si riduce a un algoritmo prevedibile, ma un volto, una storia, una vocazione”. A ricordarlo è il Papa, che nella lettera apostolica “Disegnare nuove mappe di speranza” definisce la “Gravissimum educationis” la “bussola” del documento, poiché “riafferma il diritto di ciascuno all’educazione e indica la famiglia come prima scuola di umanità”. “La comunità ecclesiale è chiamata a sostenere ambienti che integrino fede e cultura, rispettino la dignità di tutti, dialoghino con la società”, l’appello di Leone XIV sulla scorta del documento conciliare, che “mette in guardia da ogni riduzione dell’educazione ad addestramento funzionale o strumento economico”. La formazione cristiana, infatti, “abbraccia l’intera persona: spirituale, intellettuale, affettiva, sociale, corporea”: “Non contrappone manuale e teorico, scienza e umanesimo, tecnica e coscienza; chiede invece che la professionalità sia abitata da un’etica, e che l’etica non sia parola astratta ma pratica quotidiana”.

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