“È importante che il Bambino Gesù sia un ospedale che dice sempre ‘sì’ alla ricerca, che non si fermi davanti alle difficoltà o alle domande che malattie rare o condizioni cliniche severe pongono, ma le affronti con coraggio e tenacia, cercando sempre una risposta”. Lo ha detto il segretario di Stato della Santa Sede, card. Pietro Parolin, nel corso dell’evento a Roma dal titolo “La Ricerca X la Cura”, che celebra l’attività dell’ospedale pediatrico divenuto Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) quarant’anni fa. “La tradizione cristiana – ha dichiarato – di visitare i malati, lavare le loro ferite e confortare gli afflitti non è solo un gesto di filantropia, ma un’azione ecclesiale, attraverso la quale, nei malati, i membri della Chiesa toccano la carne sofferente di Cristo. Oggi questa eredità di cura continua negli ospedali cattolici, come il Bambino Gesù, l’ospedale del Papa, come lo chiamano a Roma, dove la presenza cristiana accanto ai malati ricorda che la salvezza non è un’idea astratta, ma un’azione concreta. In modo particolare, questo ospedale persegue tale missione non solo attraverso la cura, ma anche attraverso la ricerca”. Il cardinale ha ripercorso in breve i traguardi raggiunti dall’ospedale nella ricerca in questi ultimi quattro decenni: “Dal primo trapianto pediatrico di cuore in Italia nel 1986 alla prima terapia genica per i tumori solidi nel 2018 sono stati raggiunti e superati numerosi traguardi. Questo ospedale ha aperto nuove strade nell’immunoinfettivologia, nell’onco-ematologia, nella reumatologia, nella chirurgia neonatale, nella neuropsichiatria pediatrica”.