“Le cose non sono come sembrano: l’amore ha vinto, sebbene abbiamo davanti agli occhi tanti contrasti e vediamo lo scontro fra molti opposti”. Lo ha assicurato il Papa, nell’udienza giubilare di oggi, pronunciata davanti a una folla sterminata in piazza San Pietro e dedicata alla figura di Nicola Cusano, “un cardinale ancora oggi poco conosciuto”, che ha vissuto nel XV secolo, “in un’epoca altrettanto travagliata” della nostra. “Fu un grande pensatore e servitore dell’unità”, il ritratto tracciato da Leone XIV: “ci può insegnare che sperare è anche ‘non sapere’. Come scrive san Paolo, infatti, ‘ciò che uno già vede, come potrebbe sperarlo?’”, la citazione della Lettera ai Romani. “Nicola Cusano non poteva vedere l’unità della Chiesa, scossa da correnti opposte e divisa fra Oriente e Occidente”, ha spiegato il Papa: “Non poteva vedere la pace nel mondo e fra le religioni, in un’epoca in cui la cristianità si sentiva minacciata da fuori. Mentre viaggiava, però, come diplomatico del Papa, egli pregava e pensava. Per questo i suoi scritti sono pieni di luce. Molti suoi contemporanei vivevano di paura; altri si armavano preparando nuove crociate. Nicola, invece, scelse fin da giovane di frequentare chi aveva speranza, chi approfondiva discipline nuove, chi rileggeva i classici e tornava alle fonti”.