L’accostamento fra missione e migrazione, tra missionari e migranti, avvenuto “profeticamente con le recenti giornate giubilari a loro dedicate (4-5 ottobre), raccoglie appieno il messaggio di papa Francesco, rilanciato da papa Leone”. Lo ha detto questa mattina mons. Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei, aprendo i lavori della sesta edizione della Giornata sulla Comunicazione su migranti e rifugiati, organizzata dall’Associazione Iscom in collaborazione con il Comitato “Informazione, migranti e rifugiati” e la Pontificia Università della Santa Croce. Un’iniziativa che si colloca nel contesto del Giubileo dei migranti e del mondo missionario, e si ispira al tema scelto da Papa Francesco, “Migranti, missionari di speranza”, rilanciato da Papa Leone XIV fin dall’avvio del pontificato. I missionari si fanno “concreta voce di speranza raggiungendo luoghi e popolazioni lontane con il messaggio di fraternità e di pace del Vangelo”, ha detto il presule aggiungendo che i “migranti a loro volta sono portatori di speranza: sperano, infatti, in cuor loro, di trovare una vita migliore, degna, lasciando terre segnate da fame, povertà, conflitti”. Papa Leone – ha detto mons. Baturi – ai migranti ha inviato un messaggio chiarissimo: “Siate sempre i benvenuti”, come ha affermato nell’omelia della messa per il Giubileo dei migranti e del mondo missionario. In questa linea “dovrebbe – ha spiegato il segretario generale della Cei – inserirsi l’informazione che racconta di chi – facendosi volto di speranza – parte per la missione ad gentes, e di coloro che arrivano carichi di fiducia in un’esistenza nuova. Dare voce a un’umanità che cammina, portare alla luce storie positive, non senza trascurare fatiche, problemi, equivoci, mostrare le tante testimonianze di bene che si riscontrano ancora oggi, in Paesi lontani dal nostro oppure nella nostra Europa, fino ai nostri stessi territori, dovrebbe essere – ha concluso – un coraggioso e documentato servizio alla verità”.