Bangladesh: Save the Children, triplicato il numero di rifugiati Rohingya partiti via mare nella prima metà del 2025

È triplicato, nei primi sei mesi del 2025, il numero di rifugiati Rohingya che hanno lasciato il Bangladesh via mare rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Lo denuncia oggi Save the Children, segnalando un netto peggioramento delle condizioni di vita nei campi profughi di Cox’s Bazar e l’aumento dei rischi per bambini e famiglie costretti a cercare altrove un futuro. Secondo i dati diffusi dall’organizzazione, da gennaio a giugno 2025 sono almeno 1.088 le persone partite via mare, tra cui 87 bambini, contro le 364 dello stesso periodo nel 2024. Un aumento legato al progressivo deteriorarsi delle condizioni nei campi, dove i tagli ai finanziamenti internazionali stanno riducendo l’accesso a istruzione, sanità e altri servizi essenziali. “La vita nel campo diventa ogni giorno più difficile. Non c’è lavoro, né possibilità di studiare. Molti sognano la Malesia, sperano di sostenere le loro famiglie, anche se il viaggio è rischioso”, racconta Rahim (nome di fantasia), 20 anni, che vive a Cox’s Bazar. Save the Children evidenzia che la stagione dei monsoni, ormai al termine, potrebbe accelerare ulteriormente le partenze, rendendo ancora più urgente un rafforzamento della risposta umanitaria. “Le limitate opportunità di sostentamento e l’insicurezza crescente nei campi spingono molti giovani a migrare irregolarmente”, afferma Abeda Sultana, responsabile dei programmi contro la povertà infantile per Save the Children in Bangladesh. L’organizzazione chiede ai donatori di aumentare con urgenza i finanziamenti per l’istruzione, i mezzi di sussistenza e la sicurezza nei campi, ed esorta i governi della regione a garantire approdi sicuri, assistenza e protezione ai rifugiati. “La cooperazione regionale e la condivisione delle responsabilità – conclude Save the Children – sono essenziali per prevenire ulteriori perdite di vite umane e proteggere i bambini e le famiglie più vulnerabili”. Save the Children è attiva a Cox’s Bazar dal 2012 e ha intensificato il proprio intervento dal 2017, offrendo supporto in ambito educativo, sanitario, nutrizionale, abitativo e nella protezione dell’infanzia.

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