Domani alle 17.30, presso il palazzo “Garzolini-Di Toppo-Wasserman” di Udine, sede della Scuola superiore dell’Università del Friuli, si terrà l’incontro di apertura dell’edizione 2025-2026 della Scuola di politica ed etica sociale dell’arcidiocesi di Udine, interamente dedicata alla gestione dei conflitti e alla costruzione della pace.
Dopo gli interventi introduttivi – tra i quali quello dell’arcivescovo mons. Riccardo Lamba -, in una città ancora scossa dagli eventi del 14 ottobre, sarà il monaco Sabino Chialà, priore della comunità ecumenica di Bose, ad aprire il ciclo di incontri con una “Riflessione sulla natura del potere”. “La via per gestire un conflitto è sempre quella di riportarlo alla sua radice”, ricorda Chialà, sottolineando come “la disarmonia interiore spesso si manifesta anche in una disarmonia esteriore”.
Il percorso formativo, intitolato “Si vis pacem, para pacem”, rielabora il celebre motto di Vegezio per rispondere alla necessità di pace dei nostri tempi. “Il vero problema non è la presenza del conflitto, ma la sua cattiva gestione”, afferma il direttore Spes, Luca Grion, invitando a “percorrere vie di mediazione intelligente, capaci di ricomporre, senza semplificare”. Con 19 ospiti e 15 serate, la Spes affronterà otto temi, tra cui potere, giustizia, ambiente e comunicazione, sempre partendo da tensioni tra polarità. Il programma si inserisce nel più ampio cammino di pace avviato dall’arcidiocesi insieme a “Rondine – Cittadella della pace” e culminato nell’Appello firmato a Gorizia, dove le Chiese di Italia, Slovenia e Croazia si sono impegnate a “essere case della pace”.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti.