“Non siamo stati creati per la mancanza, ma per la pienezza, per gioire della vita e della vita in abbondanza”. Lo ha spiegato il Papa nella catechesi dell’udienza di oggi, dedicata al rapporto tra la Risurrezione di Gesù e “la realtà umana e storica attuale, con le sue domande e le sue sfide”. “Questo desiderio abissale del nostro cuore può trovare la sua risposta ultima non nei ruoli, non nel potere, non nell’avere, ma nella certezza che c’è qualcuno che si fa garante di questo slancio costitutivo della nostra umanità”, è stato il monito di Leone XIV: “nella consapevolezza che questa attesa non sarà delusa o vanificata”. “Tale certezza coincide con la speranza”, ha proseguito il Pontefice. “Ciò non vuol dire pensare in modo ottimistico: spesso l’ottimismo ci delude, vede implodere le nostre attese, mentre la speranza promette e mantiene”. “Gesù Risorto è la garanzia di questo approdo!”, ha assicurato il Papa. “È lui la fonte che soddisfa la nostra arsura, l’infinita sete di pienezza che lo Spirito Santo infonde nel nostro cuore. La Risurrezione di Cristo, infatti, non è un semplice accadimento della storia umana, ma l’evento che l’ha trasformata dall’interno”. “Il Risorto è la fonte viva che non inaridisce e non subisce alterazioni”, è stato l’esempio scelto da Leone: “Resta sempre pura e pronta per chiunque abbia sete”. “E tanto più gustiamo il mistero di Dio, tanto più ne siamo attratti, senza mai restare completamente saziati”, ha affermato il Papa, citando sant’Agostino e il celebre “Inno alla bellezza” contenuto nelle Confessioni.