“Perdono tutti e non vince nessuno quando vota 1 elettore su 2. Le Regionali dimostrano che ormai la vera emergenza democratica è l’astensionismo A poche ore dalla chiusura delle urne prima in Valle d’Aosta e poi nelle Marche, anche queste elezioni regionali ci consegnano purtroppo un dato che si conferma drammatico: un’astensione crescente e ormai strutturale, che svuota la nostra democrazia e ci consegna un Paese sempre più diviso tra pochi che decidono e molti che si sentono estranei, un Paese dove la prima scelta dei cittadini è non votare”: lo dichiara Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli.
“Nelle Marche si è recato alle urne appena il 50% degli elettori, contro il 59,75% del 2020, ovvero quasi 1 marchigiano su 10 rispetto a 5 anni fa ha scelto di non votare. In Valle d’Aosta l’affluenza ieri si è fermata circa al 63%, in calo rispetto al 70% di cinque anni fa di quasi 7 punti. Numeri che parlano da soli: milioni di cittadini scelgono di non votare, segno che la politica non riesce più a generare fiducia e coinvolgimento. Purtroppo tutte le elezioni, incluse queste Regionali, sono sempre più politicizzate e sempre più figlie di uno scontro polarizzante che fa scappare gli elettori di opinione e rimanere solo quelli più tifosi. Però stanno giocando tutti con il fuoco perché metà elettori del Paese già dalle Europee dell’anno scorso, come oggi nelle Marche, non riconoscono più a nessun partito di rappresentarli. E quindi perdono tutti, anche se poi nelle percentuali vincono i candidati stavolta di un colore e magari qualche mese fa di altri”, sottolinea il presidente delle Acli.
“Il calo continuo della partecipazione elettorale – prosegue – non è solo un problema di numeri, ma un segnale profondo di sfiducia, di disillusione, di distacco dei cittadini dalle istituzioni e dalla politica. Come abbiamo ricordato pochi giorni fa a Firenze, chiudendo il nostro 56° Incontro nazionale di studi, la democrazia non è mai un fatto scontato: ha bisogno di essere ‘ritessuta’ ogni giorno, coltivata con la speranza e l’impegno concreto delle persone. Senza partecipazione, senza il coinvolgimento dei cittadini, la politica si riduce a spettacolo o a pura gestione del potere, perdendo la sua funzione di costruzione del bene comune”.
Per il presidente delle Acli, “serve il coraggio di aprire spazi reali di cittadinanza attiva, di creare nuove forme di coinvolgimento, soprattutto per i giovani che oggi si sentono lontani dai partiti ma non dall’impegno. Lo abbiamo visto nelle nostre ricerche: due ragazzi su tre preferiscono dedicarsi ad associazioni e realtà civiche piuttosto che a sigle politiche. Questo è un dato che interroga tutti noi: se la democrazia non trova più casa nelle istituzioni, dobbiamo costruire luoghi vivi dove la partecipazione torni ad avere senso”.
“Le Acli continueranno a fare la propria parte – conclude Manfredonia – con proposte, reti e iniziative come la Carovana della Pace, che in queste settimane attraversa l’Italia. Perché crediamo che ogni gesto, ogni scelta, possa essere un seme di speranza e di democrazia. Ma la politica non può più ignorare questo grido d’allarme: senza cittadini partecipi, la democrazia muore”.