Processo in Vaticano: dichiarata ammissibile l’istanza di ricusazione del promotore di giustizia Diddi

È iniziato oggi in Vaticano il processo di appello sugli investimenti finanziari della Segreteria di Stato a Londra, con la dichiarazione di ammissibilità dell’istanza di ricusazione del promotore di giustizia, Alessandro Diddi, presentata da quattro dei dieci imputati: Fabrizio Tirabassi, Raffaele Mincione, Enrico Crasso e il cardinale Angelo Becciu. L’udienza è cominciata alle 9.30, mezz’ora dopo l’orario previsto, e si è conclusa alle 11.15, con aggiornamento a domani. Dopo una breve camera di consiglio – ha riferito il “pool” di giornalisti ammessi in aula – la Corte d’appello ha ordinato alla cancelleria, decorso il termine dei tre giorni previsto dal Codice di procedura penale, di trasmettere l’ordinanza appena emessa e le eventuali risposte del promotore di giustizia alla Corte di cassazione, chiamata a decidere sull’istanza di ricusazione. Diddi depositerà l’atto entro tre giorni e la Corte di cassazione – composta da quattro giudici: i cardinali Kevin Farrell (presidente), Paolo Lojudice, Matteo Zuppi e Mauro Gambetti – dovrà pronunciarsi nel merito. Il presidente della Corte d’appello, mons. Alejandro Arellano, ha chiesto a Diddi quale atteggiamento intendesse assumere. Il promotore di giustizia ha risposto: “Finalmente ho la possibilità di potermi difendere da una serie di illazioni. Ringrazio le difese per questa iniziativa. Voglio sfruttare i termini dei tre giorni per esprimere le mie considerazioni in maniera serena, in modo da dissolvere i dubbi che in questi mesi sono stati aperti sulla conduzione delle indagini. Per il momento credo sia doveroso allontanarmi dall’udienza”. L’udienza è stata sospesa per dieci minuti e poi ripresa. Uno dei due giudici laici, Massimo Masella Ducci Teri, ha fatto l’appello dei presenti – imputati e difensori – e ha ricapitolato le decisioni della sentenza di primo grado, emessa il 16 dicembre 2023 e depositata il 30 ottobre 2024. È stata poi ricostruita l’intera vicenda processuale. Tra le parti civili, solo lo Ior ha presentato ricorso in appello per erronea quantificazione del danno patrimoniale e d’immagine subito dall’Istituto. Gli imputati, invece, hanno impugnato non solo la sentenza, ma anche le 15 ordinanze emesse dal Tribunale dal 2022 al 2023. L’udienza è stata aggiornata a domani, affinché le eccezioni di improcedibilità sollevate sia dal promotore di giustizia sia dai difensori possano essere confermate o ritirate.

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