Un “augurio di un anno scolastico sereno, ricco di crescita e di luce”. È quello rivolto dal vescovo di Avezzano, mons. Giovanni Massaro, nel messaggio a dirigenti, docenti e alunni in occasione dell’avvio del nuovo anno scolastico.
Ricordando che “ho avuto la grazia di insegnare e vivere da vicino le dinamiche scolastiche”, il presule sottolinea che “per questo, ogni volta che mi si chiede di tornare a scuola, rispondo con entusiasmo: è sempre una gioia incontrare i giovani, incoraggiare chi insegna, apprezzare il lavoro appassionato dei dirigenti”.
“Ho una particolare simpatia per i ragazzi e i giovani”, confessa il vescovo: “Perché sono veri, autentici, pieni di sogni e desiderosi di costruire un mondo migliore, per sé stessi, per i propri amici, per tutta l’umanità. E la scuola è uno dei luoghi privilegiati in cui questi sogni iniziano a prendere forma”. Rivolgendosi ai ragazzi, mons. Massaro osserva: “Quando siete dentro la scuola, spesso non vedete l’ora di fuggire via. È normale. Ma vi invito ad amare la scuola. Perché solo ciò che si ama si può vivere davvero. E non c’è nulla di più utile di imparare a imparare”. “Certo – riconosce –, imparare è faticoso. Richiede impegno, sacrificio, costanza. Ma vi chiedo: c’è forse qualcosa nella vita che valga davvero la pena e che non richieda fatica?”. “In questo cammino – l’indicazione del vescovo –, lasciatevi ispirare da due giovani straordinari, canonizzati domenica scorsa: Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati. Hanno vissuto con intensità, mettendo insieme fede, studio, amicizia, solidarietà. Carlo diceva: ‘Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie’. Un invito forte a non lasciarsi mai vivere, ma ad essere sempre più protagonisti, unici e veri. La scuola è il luogo dove iniziare a scrivere la propria originalità”.
Mons. Massaro rivolge poi “il mio grazie più sincero” a dirigenti e docenti “per il servizio che rendete ogni giorno, spesso tra mille difficoltà, con passione e dedizione”. “Il vostro non è semplicemente un mestiere: è una vocazione, nel senso più alto e vero del termine”, rileva: “Non siete solo trasmettitori di saperi, ma educatori di anime, seminatori di futuro, testimoni credibili di quei valori che i ragazzi imparano più da come vivete che da quello che dite. Ogni parola, ogni gesto, ogni attenzione quotidiana lascia un segno che può accompagnare una vita intera. È una responsabilità grande, sì, ma anche una delle missioni più belle che si possano ricevere”.