Leone XIV: ai nuovi vescovi, “il vescovo è servo”, no a “smania di grandezza”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Il vescovo è servo, il vescovo è chiamato a servire la fede del popolo”. Lo ha ribadito il Papa, ricevendo in udienza, nell’Aula nuova del Sinodo, i vescovi ordinati nell’ultimo anno. “Il dono che avete ricevuto non è per voi stessi, ma per servire la causa del Vangelo. Siete stati scelti e chiamati per essere inviati, come apostoli del Signore e come servi della fede”, ha spiegato il Papa: “Si tratta di qualcosa che ha a che fare con la nostra identità. Il servizio non è una caratteristica esterna o un modo di esercitare il ruolo. Al contrario, a coloro che Gesù chiama come discepoli e annunciatori del Vangelo, in particolare ai Dodici, è richiesta la libertà interiore, la povertà di spirito e la disponibilità al servizio che nasce dall’amore, per incarnare la stessa scelta di Gesù, che si è fatto povero per arricchirci. Egli ci ha manifestato lo stile di Dio, che non si rivela a noi nella potenza, ma nell’amore di un Padre che ci chiama alla comunione con Lui”. Poi la citazione di Sant’Agostino sull’ordinazione episcopale: “Per prima cosa chi presiede il popolo deve comprendere che è servo di molti”. Di fronte ad “una certa smania di grandezza” che si era insinuata negli apostoli, ha proseguito il Pontefice, “Gesù dovette intervenire come un medico per guarirli”, rivolgendo loro il monito: “Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti”. Di qui la necessità di “vigilare sempre e di camminare in umiltà e preghiera, per farvi servi del popolo a cui il Signore vi manda”, partendo dalla consapevolezza, come diceva Papa Francesco, che “la vicinanza al popolo affidatoci – non è una strategia opportunista, ma la nostra condizione essenziale”.

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