Pier Giorgio Frassati: convegno in Cattolica nel centenario della morte. Preziosi al Sir, “ancora oggi figura esemplare, specie per i giovani”

(Foto sito ufficiale del comitato di canonizzazione del beato Pier Giorgio Frassati)

(Foto E. Preziosi)

“Alfredo e Pier Giorgio Frassati tra crisi dell’Italia liberale e fascismo”: è il tema del convegno organizzato per venerdì 4 luglio, ore 10-13, nell’aula Maria Immacolata dell’Università Cattolica, in largo Gemelli 1 a Milano. L’incontro, che si svolge proprio nel giorno della morte di Frassati, avvenuta 100 anni or sono il 4 luglio 1925, è promosso dall’Archivio per la storia del movimento sociale cattolico in Italia “Mario Romani”.
Il programma prevede una introduzione ai lavori da parte di Andrea Maria Locatelli (Archivio “Mario Romani”) e, a seguire, interventi di: Marta Margotti, Università degli Studi di Torino; Daniele Bardelli, Università Cattolica; Ernesto Preziosi, Istituto di studi superiori Giuseppe Toniolo; Patrizia Cerini, Università Cattolica. Coordina Marta Busani (Archivio “Mario Romani”). Pier Giorgio Frassati (1901-1925) “è un giovane che ha fatto i conti con la propria vita e ha risposto alla chiamata di Dio”, spiega al Sir Ernesto Preziosi. “Vi ha messo l’impegno necessario, costruendo gradualmente la propria personalità fino a far risplendere in essa la santità di Dio. Così è diventato un segno nel mondo in cui viveva. Un mondo di cui era figlio, entusiasticamente partecipe e che, allo stesso tempo, vedeva con sguardo critico. Nel caso di Frassati”, che sarà canonizzato a Roma il 7 settembre, “abbiamo una santità vissuta a misura di laico: egli è infatti un testimone significativo della laicità cristiana nella Torino del primo ‘900”.

Preziosi aggiunge: “La sua militanza nell’associazionismo cattolico, dall’Azione cattolica alla Fuci, la sua spiritualità che muove dalle forme tradizionali per giungere a una dimensione di essenzialità, la carità che vive quotidianamente visitando e aiutando i poveri dei quartieri periferici, lo portano a maturare un servizio nella realtà sociale e politica. Aderirà al Partito popolare di don Sturzo”. Lo studioso conclude: “Una vita breve, vivrà solo 24 anni, eppure ricca e capace di lasciare una traccia nel suo tempo e di essere ancora oggi una figura esemplare, specie per i giovani che si interrogano sulla strada da intraprendere”.

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