Caritas Ambrosiana: Gioco d’azzardo. Prevenzione, azioni intraprese. Gualzetti: “regole e mobilitazione educativa”

I guasti sociali del fenomeno dell’azzardo sono, secondo Caritas Ambrosiana, “tangibilmente misurati, tra gli altri soggetti istituzionali e sociali che se ne occupano, dalle Fondazioni ecclesiali antiusura, e dalle diocesi e dalle Caritas di cui esse sono espressione”. Una su due persone che chiedono aiuto alle Fondazioni arriva da storie di pesante indebitamento generate dall’azzardo. “È una tendenza che ha rotto gli argini della tollerabilità sociale, ma oserei dire anche economica e culturale – avverte Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana e presidente di Fondazione San Bernardino, organismo delle diocesi lombarde, e della Consulta nazionale ‘Giovanni Paolo II’, che coordina le oltre trenta fondazioni italiane di matrice ecclesiale –. Caritas Ambrosiana ha elaborato i dati dell’azzardo 2024 su scala diocesana per mostrare alla Chiesa locale quanto ampio e minaccioso sia il fenomeno”. La Chiesa diocesana – segnala poi il comunicato di Caritas Ambrosiana – sta già cercando di mobilitarsi con interventi capillari e con il coinvolgimento delle comunità cristiane, investendo in progetti di sensibilizzazione e prevenzione. Diverse le azioni intraprese: le parrocchie sono state invitate a mettere a disposizione spazi per i Gruppi di mutuo auto aiuto tra vittime dell’azzardo; in collaborazione con il Comune di Milano e con l’Ats della Città Metropolitana, è stato promosso uno Sportello per famigliari delle vittime dell’azzardo; una stretta collaborazione è stata avviata tra soggetti che curano la dipendenza da gioco d’azzardo patologico (Area dipendenze di Caritas Ambrosiana, Ser.D. pubblici) e soggetti che (come Fondazione San Bernardino, promossa dalle diocesi lombarde) intervengono sul piano economico per rimediare ai danni finanziari procurati dai giocatori patologici alle rispettive famiglie; recentemente, è stato ideato (da Caritas Ambrosiana e Taxi1729) Breaking the Rules, un gioco (da tavolo) che mette in guardia dal gioco (d’azzardo); infine, Caritas Ambrosiana ha aderito alla campagna nazionale, promossa da Caritas Italiana, ‘Vince Chi Smette’”.
Alle istituzioni, Caritas e Fondazioni antiusura chiedono però da tempo più incisive misure di regolazione dell’azzardo. “Insieme alla campagna nazionale ‘Mettiamoci in gioco’ – sintetizza Gualzetti – stiamo segnalando i forti rischi derivanti dalla riforma del gioco fisico varata dal governo, oggi all’esame del parlamento, e dalle proposte di allentamento dei vincoli di pubblicità dell’azzardo, contenuti nel decreto Dignità del 2019. Mentre diciamo alla politica che non bisogna regredire rispetto al pur insufficiente apparato regolatorio sviluppatosi nello scorso decennio, e anzi bisognerebbe rafforzarlo, alle comunità ecclesiali e civili di cui siamo parte chiediamo di riflettere su volumi finanziari sempre più inquietanti e guasti sociali sempre più laceranti. Auspichiamo una mobilitazione culturale ed educativa: bisogna aiutare cittadini e fedeli, adulti e giovani, a meditare su senso e limiti del gioco, sul corretto uso dei propri risparmi, sulle solitudini e le fragilità emotive e psichiche che del fenomeno sono sia causa che effetto, sui modi più efficaci per sostenere individui e famiglie che cadono vittime dell’azzardo patologico”.
La battaglia, infine, è anche una “battaglia di legalità”: “L’equazione ‘gioco legale = gioco sicuro’ è superata dagli eventi: anni di inchieste dimostrano che le due forme di gioco coesistono, e i confini sono spesso labili. Se a ciò si aggiunge che, specie in certi territori, si ricorre al gioco legale per ‘ripulire’ capitali illeciti, se ne ricava un’ulteriore conferma della necessità di regolamentare più efficacemente il settore, perché non divenga un vettore di disgregazione sociale più potente di quanto non sia già oggi”.

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