Prendere esempio dagli antichi cristiani di Efeso che dopo aver ricevuto il Battesimo mostrano frutti di cambiamento dal di dentro grazie al dono dello Spirito Santo. Ad indicarli ai partecipanti al Giubileo diocesano, ieri nella basilica di San Pietro, in Vaticano, è stato l’arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, mons. Davide Carbonaro. “Davvero anche noi – ha spiegato – che siamo divenuti cristiani da bambini e perciò talvolta lo dimentichiamo, dovremmo prendere esempio da loro e ricordare continuamente che grazie al Battesimo ed al dono dello Spirito siamo effettivamente re, sacerdoti e profeti e testimoni di quella dignità con la nostra vita, per mezzo della nostra gioia, in un atteggiamento di lode che non smette mai”. “Gesù – ha aggiunto – desidera che il discepolo, quindi ciascuno di noi, sia capace di seguirlo anche fin sotto la croce, lì dove non ha valore il plauso o la lode umana, ma lo sguardo di fede. La vittoria di Cristo, come sappiamo, non si realizza con le armi e con gli eserciti, cosa che purtroppo vediamo ancora ai nostri giorni, con le teorie di dolore, di lutti e di distruzioni. Essa nasce dalla croce, come conseguenza”. Da qui scaturisce anche il dono della Pentecoste: “Lasciare che il nostro cuore segnato da inquietudini, sia lievitato dalla forza del Risorto che cambia la storia e rinnova le nostre vite. Che la gente di Basilicata abbia ancora il gusto e il fascino attraente del Vangelo di Gesù Cristo, senza perdersi dentro le frantumazioni autoreferenziali, ma sostenendo cammini di comunione fraterna e di autentico rinnovamento missionario”.