“La conversione sinodale e missionaria della Chiesa parte sempre dal coraggio di mettersi in ascolto della parola di Dio che trasforma il nostro modo di sentire, di pensare, di agire”. Lo ha sottolineato ieri l’arcivescovo di Firenze, mons. Gherardo Gambelli, nell’omelia pronunciata durante la celebrazione eucaristica in occasione dell’Assemblea pastorale diocesana.
“Il rendiconto, la verifica, la valutazione dell’anno pastorale che facciamo nelle nostre assemblee di fine anno potrebbero condurci al pessimismo e alla lamentela, nel momento in cui vengono alla luce i nostri peccati e le nostre miserie”, ha osservato il presule, aggiungendo che “il ricordo dell’atteggiamento di Gesù nei confronti dei peccatori, tuttavia, ci salva da queste pericolose derive e ci aiuta ad aprirci alla speranza nella sua forza che si serve della pietra scartata per farne la testata d’angolo. Lo Spirito ci ricorda che siamo amati di un amore fedele e incondizionato”. “Il rito dell’istituzione dei ministeri di lettore, accolito e catechistica che celebreremo tra poco – ha proseguito l’arcivescovo – ci ricorda che il modo migliore per custodire il dono della fede è quello di trasmetterla agli altri, diventando noi stessi dei paracliti sempre pronti a rendere ragione della speranza che è in noi (cf. 1 Pt 3,15)”. “Sarebbe bello che ogni Vicariato potesse continuare la riflessione su come essere missionari laddove viviamo, impegnandosi a scrutare i segni dei tempi e a interpretarli alla luce del Vangelo”, l’auspicio di mons. Gambelli, che si è detto “convinto che questo ci aiuterebbe a sentire la presenza del Signore sempre più vicina e a superare così gli ostacoli e le difficoltà nel cammino sinodale di cooperazione fra le parrocchie”. Ricordando poi che “c’è uno stile che contraddistingue l’evangelizzatore sul quale Gesù insiste molto: ‘Ecco io vi mando come pecore in mezzo a lupi’ (Mt 10,16)”, l’arcivescovo ha ammonito: “Siamo invitati ad accogliere la vera pace di Gesù per trasmetterla al mondo”.