Università Cattolica: Schillaci (min. Salute), “balzo in avanti con Piano Africa. Malattie e drammi del continente ci riguardano e chiamano a responsabilità”

“L’attrattività di questa Università è senza dubbio dovuta alla capacità di essere partecipe dei cambiamenti in atto, nella consapevolezza che il suo compito non si limita a una mera trasmissione di saperi, ma si realizza nel contribuire alla costruzione di una società più moderna, giusta e inclusiva. Da ministro della Salute ritengo doveroso ricordare che questa istituzione fin dalla sua nascita ha lavorato per una sanità più efficiente e più equa”; impegno che “oggi fa un ulteriore balzo in avanti per assicurare il diritto alla salute anche tra i popoli che vivono in condizione di gravi deprivazioni”. Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci, intervenuto questa mattina all’inaugurazione dell’anno accademico 2024-2025 dell’Università Cattolica, sede di Roma.
“In un’epoca caratterizzata da globalizzazione e mobilità di persone – ha proseguito con riferimento al Piano Africa illustrato dal rettore dell’Ateneo, Elena Beccalli – , le malattie e i drammi che colpiscono per esempio il continente africano ci riguardano direttamente e ci richiamano a un maggiore senso di responsabilità. Basti pensare all’emergenza che pochissimi mesi fa ha colpito il Congo e che ha fatto attivare i sistemi di monitoraggio e di allerta di tanti Stati europei tra i quali il nostro. Oggi siamo tutti più consapevoli che ognuno di noi gioca un ruolo nella costruzione del progresso e del benessere mondiale”.
Schillaci ha quindi ricordato l’impegno dell’Italia durante la Presidenza del G7 Salute per contrastare l’antimicrobico resistenza, “vera e propria emergenza sanitaria che minaccia l’intera umanità, supportando la ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci. Una strategia – ha spiegato – che ha tra i suoi punti cardini anche l’attenzione verso l’Africa che oggi conta tassi di mortalità elevatissimi dovuti proprio alla resistenza antimicrobica”. “Prendersi cura di chi vive una situazione di fragilità – ha concluso – dovrebbe essere la vocazione di chi sceglie di lavorare nella sanità e nella sanità pubblica, un settore che incontra qualche difficoltà a reclutare personale per alcune branche mediche”.

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