“Duemila anni di cristianesimo hanno contribuito a eliminare la schiavitù da ogni ordinamento giuridico. Ciononostante esistono ancora molteplici forme di schiavitù, a cominciare da quella poco riconosciuta ma assai praticata che interessa il lavoro”. A denunciarlo è il Papa, nel discorso al Corpo diplomatico, letto per la quasi totalità da mons. Ciampanelli. “Troppe persone vivono schiave del proprio lavoro, trasformato da mezzo in fine della propria vita, e spesso sono schiave di condizioni lavorative disumane, in termini di sicurezza, orari di lavoro e salario”, tuona Francesco, secondo il quale “occorre adoperarsi per creare condizioni degne di lavoro e perché il lavoro, di per sé nobile e nobilitante, non diventi un ostacolo per la realizzazione e la crescita della persona umana. Nello stesso tempo, è necessario garantire che esistano effettive possibilità di lavoro, specialmente laddove una diffusa disoccupazione favorisce il lavoro nero e conseguentemente la criminalità”.