In Argentina la povertà riguarda il 49,9% della popolazione, cioè circa 23 milioni di abitanti, mentre l’indigenza coinvolge il 12.3% degli abitanti. Cifre molto elevate, superiori rispetto a un anno fa. Ma in discesa rispetto al primo trimestre 2024. Lo rivela lo studio dell’Osservatorio del debito sociale dell’Università Cattolica Argentina (Odsa-Uca), nel rapporto presentato nei giorni scorsi. Restano, invece, a livelli record i livelli di povertà e indigenza dell’infanzia (rispettivamente al 65% e al 19%).
All’inizio di quest’anno, dopo l’insediamento del presidente Javier Milei, la povertà aveva raggiunto quasi il 55% della popolazione, dal 41,7% di fine 2023, mentre l’indigenza era schizzata al 18%. Tuttavia, nel secondo trimestre, il numero ha iniziato a invertire la rotta e, nel terzo trimestre, è sceso al 49,9%. Tuttavia, le cifre attuali sono le più alte dal 2004.
Il direttore dell’Odsa-Uca, Agustín Salvia, in conferenza stampa, ha riconosciuto che le politiche di aggiustamento economico di Milei “sono state portate avanti ad un ritmo molto accelerato e con un alto costo immediato, ma hanno avuto un impatto regressivo meno profondo di quanto ci si potesse aspettare”. Si assiste, in ogni caso, secondo il rapporto, a una “intensificazione del divario strutturale di disuguaglianza nelle capacità di benessere della popolazione all’interno della struttura sociale. I più poveri di capitale sociale sono più poveri di reddito”.