“Riempie di gioia vedere tante migliaia di giovani qui a Roma, ma anche vedere nel mio Paese, il Perù, nelle città, nelle parrocchie, i giovani che si riuniscono. Questo ci riempie di gioia, ci riempie di entusiasmo, certo, perché siamo un Paese giovane, in cui circa il 25% della popolazione ha tra i 15 e i 30 anni, ma dobbiamo incanalare tutto questo”. Lo spiega, al Sir, mons. Victor Villegas Suclupe, vescovo della prelatura di Chota, che ha accompagnato la delegazione della Pastorale giovanile peruviana al Giubileo dei giovani. Circa 100 persone, punta d’iceberg di una realtà attiva e vasta. Ma proprio dall’invito di Papa Leone XIV a essere testimoni del Vangelo e missionari parte la riflessione del vescovo, che guarda alla contraddittoria realtà del Perù, che il Papa, “peruviano” d’adozione, conosce molto bene: “Si tratta di un Paese che ha dato al mondo molti santi, con una fede radicata, con una presenza di cristiani che supera l’80% della popolazione. Ma, proprio per questo, si vedono grandi contraddizioni, a partire dalla piaga della corruzione, molto radicata nel Paese. Dobbiamo lavorare affinché i giovani inizino a prendere, diciamo, la padella per il manico, come diciamo noi. E inizino a vedere e a prendere coscienza che il futuro del Perù dipende da loro”.