Scoutismo: Fse, adesione alla staffetta per la pace. Caldato (presidente), “insieme all’Agesci per lasciare segni di pace”

Foto Calvarese/SIR

“Le numerose guerre che da tempo stanno colpendo la nostra società civile, non per ultime quelle in Ucraina e Gaza, ci portano a riscoprire la responsabilità che abbiamo nell’essere costruttori di pace perché ‘in Cristo ogni uomo è mio fratello’”. È con questo spirito che la Federazione Scout d’Europa (Fse) intende rispondere concretamente, in comunione con i fratelli scout dell’Agesci, all’appello lanciato da Papa Leone XIV. “Arde in noi, come buoni cristiani e buoni cittadini nel nostro essere Guide e Scout, il forte desiderio di essere testimoni autentici che, con responsabilità e coraggio, rispondono come Maria: ‘Eccomi’”, si legge in un messaggio firmato da Franco Caldato, presidente Fse, che ricorda come “La nostra Federazione degli Scout d’Europa nasca proprio in un contesto postbellico per ricostruire dalle macerie ‘un’Europa unita che si impegna per la costruzione di un mondo riconciliato’ e fraterno”. Ancor di più quindi siamo chiamati a far vivere il nostro carisma e, soprattutto con la preghiera, a portare la luce della pace a tutti gli uomini e donne che soffrono in maniera così atroce”. Da qui la decisione di condividere con l’Agesci un cammino di pace che, partito il 22 agosto scorso (fino al 4 ottobre), vuole proporre ad ogni Gruppo scout, ogni comunità, ogni persona che sente il bisogno di fare la propria parte, di realizzare una staffetta di pace. La staffetta si fonda su due gesti: “Pregare, per affidare al Padre ciò che ci inquieta, per coltivare speranza e invocare la pace; dialogare, per costruire ponti, generare relazioni autentiche e cercare vie di riconciliazione”.  L’Associazione Scout d’Europa Fse, insieme all’Agesci, conclude Caldato, “in virtù della fratellanza scout, invita tutti a realizzare nel proprio territorio due esperienze complementari tra loro: una veglia di preghiera, come momento di riflessione, affidamento e speranza e un incontro di dialogo, costruito e realizzato insieme alle comunità locali, a gruppi Agesci del territorio, per generare ascolto, stimolare la coscienza critica, lasciare segni permanenti di pace”.

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