Il 18 agosto 2025 la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) è intervenuta in merito agli sgomberi degli insediamenti rom in corso nel Parco della Magliana a Roma, chiedendo al Governo italiano informazioni dettagliate su eventuali soluzioni abitative alternative offerte agli sgomberati, in particolare a persone vulnerabili. La richiesta è seguita a un’azione di sgombero avvenuta il 25 luglio, finanziata con fondi del Giubileo e promossa dalla Regione Lazio, che ha suscitato forti critiche da parte dell’Associazione 21 luglio, della parrocchia locale e del comitato di quartiere, denunciando gravi violazioni dei diritti umani. Il 14 agosto, alcuni abitanti dell’insediamento, con il supporto dell’Associazione 21 luglio e della Rule 39 Pro Bono Initiative (Pro Iura), hanno presentato alla Cedu una richiesta di misure provvisorie ai sensi dell’art. 39 del Regolamento della Corte, lamentando la violazione dell’art. 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Gli sgomberi sarebbero stati attuati senza offrire alternative abitative, costringendo le famiglie – tra cui numerosi minori e persone fragili – a vivere in condizioni contrarie alla dignità umana. Nel frattempo, un ricorso d’urgenza è stato presentato presso il Tribunale di Roma contro la Regione Lazio per chiedere la sospensione degli sgomberi, al fine di garantire il diritto all’abitare, la salute dei soggetti fragili e la continuità scolastica dei minori. In assenza di risposte da parte del sistema giudiziario nazionale, come previsto dal diritto internazionale, la questione è stata portata davanti alla Cedu. La Corte di Strasburgo ha dunque chiesto al Governo italiano di chiarire entro il 22 agosto se siano state offerte sistemazioni alternative, elemento centrale secondo la giurisprudenza europea, soprattutto nei casi che coinvolgono comunità rom, riconosciute come particolarmente vulnerabili. “Lo sgombero ha avuto un impatto devastante su 36 persone, tra cui molti minori – ha dichiarato Carlo Stasolla, presidente di Associazione 21 luglio –. Confidiamo che l’intervento della Corte europea, le cui decisioni sono vincolanti, possa portare alla sospensione degli sgomberi e all’avvio di un percorso per trovare soluzioni abitative adeguate”.