Giovani e digitale: Eurispes, “sempre più multitasking ma meno profondi”. Instagram, TikTok, Snapchat o Facebook diventano “una vetrina identitaria”

Mentre le generazioni analogiche tendono a vedere il tempo in modo sequenziale, narrativo e riflessivo, le generazioni digitali vivono un’esperienza più frammentata, veloce e performativa. I nativi digitali cresciuti con smartphone, social media e Internet sempre attivo, si trovano a vivere in un tempo che sembra accelerare continuamente, senza intermediari e super accessibile: diventano più abili nella simultaneità e nel multitasking, ma mostrano anche una crescente difficoltà a mantenere la concentrazione; mostrano una maggiore tensione verso l’immediatezza, faticando spesso nella progettazione a lungo termine (carriera, relazioni, educazione). È la fotografia scattata da Eurispes nel report “Il rapporto delle persone con il digitale: luci ed ombre di un fenomeno sociale”, presentato oggi.
Cambia anche il modo in cui i giovani costruiscono e rappresentano la propria identità. Oggi, la formazione dell’identità personale e sociale è fortemente influenzata dagli spazi digitali, in particolare dai social media, dai motori di ricerca e dalle app di messaggistica. L’esposizione quotidiana e costante alla comunicazione digitale cambia il modo in cui ci si percepisce, si proietta la propria immagine e si cerca riconoscimento. “Il profilo personale su piattaforme come Instagram, TikTok, Snapchat o Facebook diventa una vera e propria ‘vetrina identitaria’, uno strumento attraverso cui la persona si definisce. Questo fenomeno, definito in letteratura come ‘identità frammentata’, implica una continua attività di editing e controllo dell’immagine, che può tradursi in una forma di iper-monitoraggio del sé”, si legge nel report.
E ancora: tra i giovani tra i 18 e i 24 anni, il 68,5% dichiara di sentire il bisogno di collegarsi frequentemente, il 53,3% si sente più libero di esprimersi attraverso i social network e il 50,9% afferma di sentirsi meno solo grazie all’uso di questi strumenti. Tuttavia, emergono anche segnali di disagio: il 49,7% percepisce una perdita di tempo legata all’utilizzo dei social, e il 43% riferisce una sensazione di estraneità rispetto al mondo reale. Con l’aumentare dell’età, l’intensità del rapporto con i social network tende a diminuire.

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