Pier Giorgio Frassati: Rolandi, “un santo che spinge lo sguardo verso l’Alto”

(Foto sito ufficiale del comitato di canonizzazione del beato Pier Giorgio Frassati)

“Pier Giorgio Frassati è un ragazzo che amava portare i suoi amici in montagna per spingere il loro sguardo ‘verso l’Alto’”. Lo scrive Luca Rolandi, giornalista e storico, ricordando il giovane torinese che sarà canonizzato il 7 settembre. Nato nel 1901 e morto a 24 anni, “fu un ‘meraviglioso modello di vita cristiana’, visse la sua giovinezza, citando Giovanni Paolo II, ‘tutta immersa nel mistero di Dio e dedita al costante servizio del prossimo’”. Frassati, figlio di Alfredo, direttore de La Stampa, “è stato un giovane come tanti ma animato da una forza interiore superiore”. Nella Torino di Gramsci e Gobetti “manifesta la concretezza di un attivismo cristiano non alieno dalla contemplazione”. “Il fascismo esercita la violenza e il popolo è oppresso”, scriveva Frassati nelle lettere. Dopo il delitto Matteotti parlava di “cose mostruose, che capitano in Italia. Si vive agitati non sapendo a che cosa si andrà incontro. Solo la fede ci dà la possibilità di vivere”. Per lui “il Vangelo era la bussola, Cristo l’orizzonte”. Morì di poliomielite contratta aiutando i poveri. “Nell’amore per la montagna è considerato uno dei ‘santi sociali’ torinesi, per la sua vita dedicata ai più fragili e agli emarginati”, conclude Rolandi, ricordando che la sorella Luciana dedicò la vita a far conoscere le sue virtù.

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