“Che questi giovani ricevano una traccia profonda, che qualcosa di profondo accada e che rimanga per sempre”. Con queste parole mons. Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei, ha formulato l’auspicio della Chiesa italiana per il Giubileo dei giovani, che culminerà il 2 e 3 agosto a Tor Vergata con l’incontro con il Papa e che ora sta vedendo svolgersi, in piazza San Pietro, l’incontro dei giovani italiani. “Contro il rischio di ridurre la fede a formulazioni astratte, Pietro restituisce alla fede una dimensione di vita e di umanità intensa, capace anche di errore e di pentimento”, ha detto Baturi riferendosi al tema dell’incontro – “Tu sei Pietro” – iniziato con l’animazione in piazza e che dopo le testimonianze si concluderà con la professione di fede dei giovani italiani, insieme al card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei. “Ogni giovane è frutto di una storia e di vicende personali, però i giovani sono attenti all’umanità e sono in cerca di qualcosa per cui valga la pena di vivere”, il ritratto del segretario generale della Cei, secondo il quale “Pietro non è solo un simbolo, ma una presenza reale che ci aiuta a capire che vita si realizza in dialogo con una presenza, quella di Gesù, pienamente umana e pienamente aperta all’essenza infinita di Dio”.