“Le chiese, i chiostri, le catacombe, le case canoniche sono i nostri granai dell’anima, dove si conserva una bellezza capace di sfamare generazioni. E i giovani, spesso considerate pietre scartate, potranno diventare, con la bellezza, testate d’angolo di un nuovo sistema di sviluppo”. Così don Antonio Loffredo, ex parroco del Rione Sanità a Napoli, ha sintetizzato la “via della bellezza”, prendendo la parola durante l’incontro dei giovani italiani “Tu sei Pietro” in piazza San Pietro, per il Giubileo a loro dedicato. “Nel ghetto, si vive da esclusi, ma lì si custodisce un grande dono: il senso di comunità”, le parole per descrivere la sua esperienza da parroco al Rione Sanità, iniziata nel 2001: “Proprio da lì, un gruppo di adolescenti – una paranza – ha sognato uno sviluppo nuovo per il quartiere, e le chiese abbandonate sono diventate Case di Comunità. Nel cassetto della mia scrivania c’erano le chiavi di quei luoghi dimenticati: catacombe, chiese, chiostri, case canoniche, giardini. Le ho affidate ai giovani, convinto che, a differenza dei gufi, loro sono come le rondini di La Pira: ‘quando viene la primavera si muovono, sospinti da un invincibile istinto vitale, verso la terra ove la primavera è in fiore’. Così, nei luoghi sacri è nata una Comunità educativa: teatro, musica, pittura, canto, scultura… azioni che hanno opposto alla notte dell’inevitabile, la via della folgorazione. La via della bellezza. Dopo vent’anni di impegno, che hanno generato sviluppo e lavoro al Rione Sanità, nel 2024 l’arcivescovo, don Mimmo Battaglia, ha chiesto ai giovani di pensare un progetto che, partendo dal duomo, si prendesse cura delle grandi chiese del centro storico. Un Museo diocesano diffuso e gratuito. Ma questa è un’altra storia!”.