“Non possiamo mai abituarci a una sofferenza infinita”. È il monito del card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nell’omelia per la Professione di fede dei giovani italiani, riuniti in piazza San Pietro per il loro Giubileo. Per il cardinale, il nostro è “un mondo che accetta di nuovo come normale pensarsi l’uno contro l’altro o l’uno senza l’altro, che in modo dissennato non ha paura della forza inimmaginabile degli ordigni nucleari”. “Nel nostro mondo diventa normale l’uno sopra l’altro, gli uni contro gli altri, gli uni senza gli altri, e non crediamo più che siamo sulla stessa barca e che l’umanità deve porre fine alla guerra o la guerra porrà fine all’umanità”, ha proseguito Zuppi. “Quante notti avvolgono interi Paesi e sono scese nei cuori!”, ha esclamato.