“Siete fatti per cose grandi. A volte abbiamo paura e ci chiudiamo nei nostri confini. Siate invece dinamici, capaci di volare alto. Siate affamati di vita. Non accontentatevi di cose piccole. La vita è un dono che abbiamo ricevuto ma è anche un bene da condividere con gli altri”. Si è concluso con questo augurio l’intervento questa mattina ai giovani del Giubileo di mons. Stefano Rega vescovo della diocesi di San Marco Argentano-Scalea. Il vescovo e è intervenuto nella basilica di Maria Regina degli Apostoli a Roma all’incontro organizzato dalla Caritas italiana nell’ambito dell’iniziativa Cei “12 parole per dire la speranza”. Qui, i circa 220 giovani presenti hanno parlato di “popolo”, di scambio intergenerazionale e di protagonismo giovanile. Ci sono state testimonianze, momenti di gioco e di riflessione prima individuale, poi per piccoli gruppi.

(Foto Sir)
Nel prendere la parola il vescovo ha subito ringraziato i giovani “per la vostra capacità di mettervi in ascolto” che “è anche la capacità di fare silenzio per fare spazio all’altro nella propria vita”. “La vostra presenza – ha quindi aggiunto – mi aiuta a credere che c’è tanto grano buono che cresce. Magari non fa rumore, ma c’è. Per questo credo veramente che la vostra presenza qui sia un grande segno di speranza. È vero, ci sono tanti motivi per cui essere spaventati e delusi. Ma è anche vero che ci sono tanti motivi di speranza. Oggi la vediamo e la viviamo qui, attraverso di voi. Alcuni dicono che eventi come questi sono solo momenti passeggeri che non lasciano nulla. Invece la vostra presenza dice impegno, serietà, desiderio di mettersi in ascolto e in cammino”. “Voi siete i nostri giovani”, ha proseguito Rega. “Date valore e bellezza al volto della Chiesa. Spero che possiate tornare a casa, portandovi questa immagine bella della Chiesa”.

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Facendo quindi riferimento a quanto emerso nel corso della mattinata, il vescovo ha consegnato tre parole-chiave: scambio tra generazioni; popolo e protagonismo. Riguardo allo scambio generazionale, mons. Rega ha detto: “Gli adulti hanno bisogno della freschezza dei giovani ma i giovani hanno bisogno della sapienza degli adulti”. Alla parola “popolo”, il vescovo ha agganciato l’esperienza vissuta al Sinodo che “ci ha dato la possibilità di metterci in ascolto e di sentirci tutti, nessuno escluso, protagonisti della vita della Chiesa”. E infine con la parola “protagonismo”, mons. Rega ha lanciato l’invito a tutti a non essere “spettatori ma protagonisti”.